I venerdì di G.B. Mancini, impariamo ad ascoltare. Auguri di buon Natale con Pol Plançon.

Nell’ultima puntata dell’anno di questa rubrica, siamo buoni e lasciamo da parte gli impietosi ascolti comparati e le dolorose radiografie tecniche di scadenti vocalisti, e come dice il poeta latino, paulo maiora canamus. Ascoltiamo il celebre Cantico di Natale di Adam nell’esecuzione incisa da Pol Plançon nel 1903, con l’accompagnamento del solo pianoforte, nella tonalità di si bemolle. Magistrale come sempre nel basso francese è la pregnanza stilistica, come sentiamo nell’accento aulico e severo assai pertinente al contesto sacro. La voce di autentico basso cantante, dal colore brunito ma non bitumato, non ha bisogno di artificiosi gonfiamenti per trovare ampiezza, calore e rotondità. E come conseguenza di una tale naturalezza d’emissione, la pronuncia è davvero nitida.  Da ammirare l’ottima musicalità, l’intonazione, il morbido legato di violoncello, tanto lodato da Caruso. Il cantante sempre rispettoso dei fraseggi indicati sullo spartito non manca di diminuire l’intensità di voce e di trovare un colore più intimo e carezzevole sulla frase “Le monde entier tressaille d’espérance à cette nuit qui lui donne un Sauveur“, creando un efficace contrasto con il solenne e perentorio forte di “Peuple, à genoux attends ta délivrance“. Una gestione impeccabile e sempre sorvegliata del passaggio di registro gli consente poi di risolvere con la medesima sicurezza e morbidezza, senza l’ombra di sforzo, durezze o sguaiataggini, le progressioni all’acuto di “Noël ! Noël ! Voici le Rédempteur !“, in cui da una mirabile equalizzazione dei registri deriva perfetta uguaglianza e uno sfogo sempre crescente della voce. A coronare questo ben realizzato climax espressivo, in un unico ben calibrato fiato il re di “Noël” si lega ad uno squillante mib su “VOIci le Rédempteur“. Buon ascolto e buone feste.

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41 pensieri su “I venerdì di G.B. Mancini, impariamo ad ascoltare. Auguri di buon Natale con Pol Plançon.

  1. Beh, proprio bello.
    E’ proprio eseguito tutto bene.
    La disdetta e’ che Plancon non abbia potuto incidere gli elettrici,
    grande disdetta.
    E’ chiaro che in Plancon si ammiri di piu’ il maestro di canto, ma io trovo molto bello anche il colore della sua voce.

  2. Ho ascoltato il brano proposto e ho qualche rilievo da fare, in tutta sincerità, anche se so che desterò le ire dei cultori di Pol Plançon.
    Intanto il Cantico natalizio di Adam è eseguito come fosse una marcia funebre, non solo per la scelta del tempo ma direi proprio per il tono corrusco e truce del suo interprete.
    Vocalmente posso apprezzare giusto la generica “morbidezza” e il tentativo, non riuscito del tutto, di restare intonato. Qua e là, complice il disco vetusto ma anche l’appoggio traballante, l’intonazione slitta. D’accordo il canto “sulla parola”, che tutti apprezziamo, ma qui si scivola anche nel parlato e il basso tende a cambiare posizione a ogni sillaba: “Minuit (1 posizione, bassa per mio conto ), chrétiens (2 posizione, ancora bassa)….c’est l’heure solemnelle (3 posizione, un pò più alta)….” ….fa un pò venire il mal di mare. Nel finale poi abbiamo note che si aprono e chiudono come il mantice di una fisarmonica…no, no. non mi piace. Se proprio devo scegliere una versione di questo brano, non ho dubbi ed è questa
    http://www.youtube.com/watch?v=CS8G_LyYlso
    Buon Natale a tutti!

    • Thill canta benissimo, ha voce bella e ottima emissione, ma ciò che non mi convince di quell’esecuzione è proprio il tempo, affrettato e metronomico, mentre da quello di Plançon scaturisce una ben maggiore ricchezza musicale ed espressiva. Probabilmente hai le orecchie assuefatte alle superficiali velocità dei direttori e dei cantanti di oggi, e per questo non riesci ad apprezzare l’intensità dell’esecuzione di Plançon.
      Sui difetti tecnici che hai rilevato non so cosa dire, ogni tua parola richiede di essere suffragata con esempi e definizioni… “L’intonazione slitta”, “appoggio traballante”, “scivola nel parlato”, “posizione bassa”, “posizione un po’ più alta”, “note che si aprono e si chiudono”. Dovresti fare esempi precisi che spieghino e dimostrino che cos’è che intendi. L’esempio che hai fatto di presunto cambio di posizione su “minuit chrétiens c’est l’heure solmnelle” non dimostra alcunché.

      • Lo farei volentieri ma oggi voglio essere buono, altrimenti stasera…niente doni sotto l’albero. 😉 Dirò invece che apprezzo la tua passione , la tua competenza e la tenacia con cui- forse unico in Italia- sostieni da questo sito le ragioni e le valenze d’un canto lontano nel tempo ma da conoscere “per giudicare”. Che poi è il concetto che dovrebbe stare alla base di ogni critica, positiva o negativa. Ciò detto, continuerò a preferire Thill . :-) non me ne volere e accetta i miei sinceri auguri per Natale felice e musicalissimo!

    • Enrico,
      io dico che:
      1)Il tempo è bellissimo, molto intimo e spirituale, affettuoso. Così il tono di Plancon: voce chiara (come dovrebbe sempre essere), morbida, rasserenante.
      2) Non sento nessuno scivolamento nel parlato nè cambi di posizione errati: “Minuit” è una nota di petto; su “Chretiens” passa dalle note di petto alle note di testa; “c’est…” note di testa: è tutto normalissimo e benissimo eseguito. C’è una sola nota bruttamente aperta nel finale.
      3) La versione di Thill anche è bellissima: è semplicemente diversa, più eroica e trionfale.

        • Gianbattista,
          abbiamo già avuto modo di discutere di questo problema. Tu hai una conoscenza trattatistica e più approfondita del fenomeno canto, per cui sai che cosa sono la voce di petto, la voce di testa o falsetto, ecc.; io no: per questo mi baso esclusivamente su una conoscenza empirica, che deriva dall’orecchio. Stando a questo è evidente che esistono due risuonatori: uno è il petto (sempre misto alla maschera, altrimenti è brutto) per le note gravi (non in tutte le voci; ad esempio i coloratura non dovrebbero farne uso), che io chiamo note di petto; l’altro è la maschera, per le note centrali ed acute. Molto semplicemente: note di petto e note di testa o maschera. Nell’esempio di Plancon in questione, mi sembra evidente (sempre stando al semplice e nudo orecchio) che “Minuit” e “chre…” risuonino nel petto e dopo passa tutto in maschera.
          Riguardo al Mib, certo che è una A sonora e sfogata, ma è aperta rispetto alla E precedente che è coperta: ciò cambia la dimensione del suono: la A è più larga della E precedente: e q

          • e questo è brutto, per due motivi: uno perché senti due suoni congiunti di dimensioni differenti, due perché quello più largo è anche quello più acuto (gli acuti sono più piccoli).

          • E ridaje… “maschera” non è sinonimo di “voce di testa”, questo è un errore marchiano… la “voce di testa” è un registro, una modalità vibratoria delle corde, quella che gli uomini utilizzano per imitare la voce femminile, i falsettisti ad esempio usano la voce di testa per poter accedere a tessiture sopranili, oppure i tenori contraltini quando fanno i sopracuti, ma è il registro tipico della vocalità femminile… La maschera è un’altra cosa, con “maschera” si fa riferimento alla posizione, al direzionamento del suono, non ad un registro cordale. La voce indipendentemente dai vari registri deve stare sempre tutta davanti, nella stessa posizione, dalla nota più grave alla più acuta. Non c’entra niente la maschera con i registri, sono due aspetti indipendenti, da non sovrapporre. L’acuto di Plançon per dirla in gergo è perfettamente “girato”, sul mib si può permettere di aprire e sfogare la voce perché l’operazione del passaggio è già compiuta dalla nota prima, il fatto che apra e dica una vera A ampia non lo rende un suono sguaiato, ed infatti il suono è rotondo, squillante ed intonato.

      • Caro Antonino, i passaggi non dovrebbero sentirsi, è quella la grande alchimia di un grande interprete. Per questo non mi piace Plançon, di cui ricordo anche una ballata dal Faust eseguita come uno ‘chansonnier’ alla Yves Montand, che non è un insulto…si badi, ma una modalità che non appaga i miei gusti “corrotti” (come dice Mancini). Auguri auguri auguri!

    • Beh, io, per mio gusto personalissimo e quindi criticamente non importante, prediligo la versione per tenore. Ciò detto, mi sembra che Plançon canti assai bene, anche se – nuovamente gusto personalissimo – fra i bassi storici non è fra i miei preferiti. In ogni caso, averne oggi di cantanti, di qualsiasi corda, con questa consapevolezza della voce.
      P.S.: nel farti tanti auguri di buon Natale, e nel farlo a tutti quanti guidano questo sito e a quanti vi passano del tempo, non posso fare a meno, Enrico, di fare la befana: corrusco, Treccani alla mano, vuol dire balenante, che banda baglliori, scintillante; truce, invece, feroce e minaccioso, ma insieme torvo e sinistro. E allora, delle due l’una: o balenante o torvo e sinistro.
      Auguri a tutti!

  3. Che meraviglia!
    Perfetto esempio dell’emissione chiara che tutte le voci dovrebbero sempre avere. Si può ascoltare come le voci, dal coloratura al basso appunto, abbiano tutte la stessa emissione (note di petto a parte).

    • io non ho avuto ancora il coraggio d ascoltarla dopo quello cge ha scritto enricos. Io ricordo una versione straordinaria x voce bianca a un concerto d natale ad assisi d parecchi anni fa e forse qualcuno la ricorda. Per il terribile antonino. ok dammi mail dopo il sette te la mando perche’ qui in montagna m va solo l phone. piuttosto cosa grida un signore verso meta’ del secondo atto?

      • Terribile!… Ah ah ah!… Mi piace!…
        Grazie molte, ALberto. La mia e-mail è [email protected]
        “Un signore” grida una prima volta: “è ingolato! canta tutto ingolato! lei non sa cantare!” a Meli; un seconda volta: “Siete uno peggio dell’altro! non sapete cantare! non sapete più cantare!” a Meli, Agresta e Petean. E sugli applausi finali: “Non sapete più cantare! Non sapete più cantare! Vergogna! (del vergogna non sono sicuro).

  4. Ehhh che bello, anche Thill! Uno dei tenori favoriti!
    Bellissimo, forse un poco troppo pompier per essere una preghiera.
    Bene abbiamo l’archeologia dell’incisione, il passato remoto, ed io vorrei postare il passato prossimo, che e’ l’epoca che piu’ m’appartiene.
    Quindi ascoltiamo un’altra versione molto bella, non perfetta ovviamente, ma partecipe, ben cantata, ed eseguita da una voce meravigliosa. Buon Natale Antonino, Enrico, Giambattista, Ninci , Massimo e Rigoletto.
    http://youtu.be/z8g5cpNUzyY

    • @Miguel. Leggo questo articolo solo oggi e forse sono fuori tempo massimo, ma vorrei chiederti cosa fa di Thill uno dei tuoi tenori preferiti. Nella pagina natalizia la voce è certo bella , ricca di vibrazioni, ma (a parte il fatto che la canta come fosse la Marsigliese….) è brano di piuttostio facile esecuzione. Nei momenti “cruciali” delle arie d’opera, invece, Tihill mi delude sempre: si tratti dei versi di Ossian cantati con poca dinamica e senza chiaroscuri o, in altro repertorio, in salite all’acuto faticose e , certo, non degne di un tenore che alcuni vorrebbero fra i maggiori della storia del canto.
      Quello postato sotto è solo un esempio, ve ne sarebbbero molti altri:
      http://www.youtube.com/watch?v=04zeGASAA34

      • Ciao Bud.
        Non e’ che lo vorrebbero fra i piu’ grandi, ci e’ tra i piu’ grandi.
        Grazie ad una voce di bellissimo colore, voce in grado di comunicare, ben preparato anche a livello tecnico estremi acuti esclusi, intonatissimo, capace di cantare Lehar e Wagner altrettanto bene, bravissimo fraseggiatore e dalla dizione di straordinaria nitidezza.
        E io non trovo affatto quello postato un brutto nessun dorma, anzi mi fa persino pensare ad un’innnamorato, finalmente, che comunica alla notte le sue emozioni.
        Certo invece e’ senz’altro uno dei miei preferiti quando canta queste cose : http://youtu.be/keat45CeWzk .
        Ma il bello e’ che in queste cosette : http://youtu.be/FLFV_GBKgzA , lui e Dermota sono stati i piu grandi deli anii 30-40 ovviamente Schipa permettendo. Secondo me.
        E certo, il Puccini di Turandot e’ la cosa meno adatta alla sua natura. Come non lo era Canio. Come lo era solo in parte Chenier.
        Ma e’uno dei pochissimi a farmi digerire anche le cose che generalmente ascolto malvolentieri .
        Quindi anche solo per questo, e’ uno dei favoriti. Un abbraccio.

  5. Non dimenticherei Bjorling, a mio giudizio qui insuperato:

    http://www.youtube.com/watch?v=9nrDfqoYzNo

    (O helga natt, o helga stund för världen,
    då gudamänskan till jorden steg ned!
    För att försona världens brott och synder,
    för oss han dödens smärta led.
    Och hoppets stråle går igenom världen,
    och ljuset skimrar över land och hav.
    Folk, fall nu neder, och hälsa glatt din frihet.
    |: O helga natt, du frälsning åt oss gav. 😐

    Ty frälsar’n krossat våra tunga bojor
    Vår jord är fri, himlen öppen nu är
    Uti din slav du ser en älskad broder,
    och se, din ovän blir dig kär
    Från himlen bragte frälsaren oss friden,
    för oss han nedsteg i sin stilla grav.

    Folk, fall nu neder, och hälsa glatt din frihet.
    |: O helga natt, du frälsning åt oss gav. :)

  6. O Enrico! Mancini sarà forse l’unico in Italia a sostenere “le ragioni e le valenze d’un canto lontano nel tempo” (del che, non so, ma quel “forse” mi pare il minimo), ma ti posso assicurare che non è il solo a sentirla in quel modo. E poi… capisco che Plançon non ti piaccia, ma definirlo “truce”…

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