I venerdì di G.B. Mancini, impariamo ad ascoltare. Nadezhda Obukhova, “Plaisir d’amour”.

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Dopo la Supervia ecco un altro mirabile esempio di canto nella corda oggi falcidiata dall’epidemia malcantista di vero mezzosoprano. Ed in questo caso, oltre al metodo, all’arte sopraffina, ammiriamo anche una notevole ed autentica dote naturale. Il brano proposto non prevede sfoggio di acuti, ma richiede invece capacità di sostenere la linea di canto, con adeguate risorse espressive, in quella zona della voce –il centro grave – ove le donne da sessant’anni a questa parte non sanno più che pesci pigliare. La tessitura contraltile del brano funge infatti da banco di prova per testare l’unione del registro di petto con il medium, sovente compromessa da buchi, scalini, suoni indietro, intubati ecc… Per prima cosa non si può che magnificare ciò che immediatamente si appalesa all’orecchio fin dal superbo attacco, ossia la nitidezza della pronuncia, semplice, naturale, pulita, trasparente, a fior di labbro; requisito imprescindibile, in generale in tutto il canto, ma a maggior ragione in una romanza da camera come questa in cui la parola è prioritaria. Pronuncia scolpita che non inficia tuttavia la morbidezza e la continuità del legato. I registri non si sentono, la cantante sale e scende con una sola voce, e l’uguaglianza della gamma non si traduce mai in grigio monocromatismo, bensì in una continua gradualità di trascolorazione. I registri diventano così strumenti alla mercé dell’artista, che disporrà della propria tavolozza di colori in modo da esaltare i valori espressivi del brano. Così ad esempio il sentimento del mal d’amore (“chagrin d’amour”) viene sottolineato mediante un uso marcato della corda di petto, che crea una efficace e contrastante risposta alla levità del “plaisir”, e che sarebbe sbagliato confondere con una volgare ostentazione fine a se stessa. Da ammirare infine l’intonazione precisa, la dinamica sfumata su ogni frase, la musicalità.

18 pensieri su “I venerdì di G.B. Mancini, impariamo ad ascoltare. Nadezhda Obukhova, “Plaisir d’amour”.

  1. Ciao Giuditta.
    Oh, finalmente la Obukhova!
    Allora Giudy la canzone di Marfa e’ del 48 (62 anni),
    il “Plaisir” postato da Mancini fa parte di due raccolte di canzoni italiane e francesi in lingua originale la maggior parte accompagnate al piano da Matvey Sakharov e sono del 55, a 69 anni!
    Io la vorrei far ascoltare da giovanetta, a soli 54 anni
    nell’aria di Lyubava dalla Sadko.
    http://youtu.be/ZpDjyWTwe_Y
    e poco prima della sua scomparsa a piu’ di 70!
    Studenti! Udite!!!!
    http://youtu.be/Ywzd45_3Ujs !!!!
    E guardate anche, che la Obukhova vi insegna a respirare bene.
    Il valzerone e’ ovviamente dedicato alla nostra Olly.

    • E’ un portento, questa donna, un’artista totale. Sto ascoltando le sue canzone italiane. Le cose che fa nel Surriento o in Denza e Tosti…
      Però è ancora più impressionante nelle canzone e romanze russe in cui ogni parola pronunciata è un capolavoro per se.

    • Stupefacente, devo ammettere che non sapevo la Obukhova avesse 69 anni in questa incisione. Vuol dire che siamo di fronte ad un vero esempio di imposto vocale a regola d’arte, che non teme neanche il declino fisico. 69 anni e non si percepisce nessuna frattura tra i registri, nessun calamento di intonazione, nessun trucco artificioso per propiziare la posizione del suono… davvero ammirevole.

      • C’è qualche registrazione in cui si sente che è già davvero molto anziana, però il declino riguarda sempre solo un po la bellezza del timbro, mai l’integrità della voce. Cosi per esempio nella Serenata di Tosti.

    • No, di Dargo con lei ho la canzone di Laura dal Convitato, degli anni 50, un live del 49 che tradotto significa lo amo ancora e sopratutto quella meraviglia assoluta che e’ la sua incisione di “Rasstalis Gordo My” che dovrebbe significare “ce ne andammo sprezzanti via l’un dall’altra” da quel che mi ha detto la mia collega bielorussa. Stop.

      • “Rasstalis” l’ho trovato sul tubo, ma sul disco in quale antologia si trova? Io ho 1. le canzone italiane, poi 2. i due concerti live che sono un transfer da un LP, 3. un album di canzoni russi popolari, 4.. un disco di romanze russe che sono a metà anonime – l’album si chiama “Stelle sul cielo”, e 5. le romanze “d’autore”. Rasstalis non c’è in nessuna di queste.

        • “Rasstalis’ gordo my, ni slovom, ni slezoju” significa “ci siamo separati in modo protervo, senza parole e senza lagrime”.

          P.S. Le romanze d’autore sono quelle di Varlamov e di Gurilev. Non ho quasi niente del suo Tchaikovsky….

          • Cara Giuditta, considerata la tua impresionante passione per la musica russa, vorrei sapere da te qual è la migliore incisione dell’aria di Tatiana dell’Oniegin. Ciao

  2. Ciao Billy! In realtà sono semplicemente una fanatica scatenata di particolari artisti sovietici come la Dolukhanova, Obukhova, Lemeshev. La musica russa come tale conosco anche male e non l’ascolto molto spesso.
    Però delle Tatiane preferisco queste:
    La Slobodskaya che canta senza qualsiasi eccesso inutile: http://www.youtube.com/watch?v=VZYcBxWLKt8

    La Jurinac in tedesco: http://www.youtube.com/watch?v=BCJL8v-8LNM

    Delle contemporanee ho trovato molto bella la Tatiana della Stoyanova, anche se la parte è a tratti un po troppo pesante per lei: http://www.youtube.com/watch?v=P8K87bKYYog

    • Grazie a Giuditta e Miguel. Ho ascoltato con attenzione. La Slobodskaya è bravissima, ma forse il timbro è delinea un po’ troppo una donna matura piuttosto che l’adolescente tratteggiata da Ciaikovskij. La Stoyanova è meno brava ma più in linea con il personaggio (almeno a mio sentire). L’edizione con la Jurinac, infine, la conoscevo già :cast stellare ma purtroppo in tedesco! In fondo è lo stesso limite dell’edizione con Carteri, Valletti e Taddei, ben cantata ma in italiano…

  3. Per Giuditta.
    Appena ci e’ dato vederci, ti presto quello che ho cosi’ te li incidi,
    cmq, se puoi procurati i dischi della Pearl, li’ ci trovi tanto
    Tchaikovsky (parlo della Nadezhda ovviamente) oltre al duetto con
    Kozlovsky dall’Igor. Ciao.

    Per Bud.
    Non so’ se Giuditta sara’ d’accordo, ma io ritengo la registrazione di
    Oda Slobodskaya, la miglior realizzazione della “Lettera” di Tatyana,
    oltre ad essere l’unica registrazione in eta’ accettabile del grande soprano….misteri delle case discografiche!

    Per Mancini.
    Ciao caro,
    Se ti capita di trovare un album che s’intitola “Obukhova, the great russian mezzo. Folk songs and encores” ci scoprirai persino delle registrazioni di canti tradizionali arrangiati da Boshnyakovich, che l’accompagna anche al pianoforte, incise nel 1960 e nel 1961!
    Lei comunque era nata nel 1986!
    Purtroppo sul tubo non ci sono, anche se, devo dire, con la Nadezhda, sul tubo rispetto a tanti altri maestri, sono stati generosi.
    Ci sono veramente un sacco di belle cose, anche se come spesso capita, non degli anni migliori.
    La prima incisione mai fatta da lei e’ del 1936. 50 netti, netti, Ciao.

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