ARNOLD XI: JACQUES URLUS

J._Urlus

Rossini – Guillaume Tell. Atto I: Ah Mathilde – Walter Sommer e Jacques Urlus – 1907

La carriera di Jacques Urlus dimostra che l’Heldentenor wagneriano non è di per se stesso incompatibile con repertori diversi da quello del compositore di Lipsia (benché alcuni sostengano, strumentalmente, la tesi opposta, insieme con altre anche più balzane). Paradigmatico Parsifal e Tristano, Sansone e Florestano, Urlus cantò spesso Tamino (le sue Pamine al Met: Gadski, Kurt e Destinn) e affrontò anche Raoul de Nangis. Il duetto del primo atto del Tell, eseguito in tedesco al fianco di Walter Sommer (un habitué dell’Opera di Lipsia, “il” teatro di Urlus dal 1900 al 1914), testimonia, con l’ampleur indispensabile tanto agli eroi del grand-opéra quanto a quelli di Wagner, una saldezza di emissione, che porta il cantante a reggere senza problemi la tessitura elevata e decisamente scomoda di frasi come l’attacco del cantabile “Ah Matilde, idole de mon âme” e il successivo “et mon amour et mon bonheur”,  il tutto con voce argentina, magnificamente timbrata, solo in alcuni punti (la chiusa) viziata da occasionali fissità, naturalmente capace di alternare dinamiche e colori, così da differenziare le riflessioni dell’innamorato (eseguite a mezzavoce) dallo slancio del guerriero (recitativo prima dell’Allegro “O ciel! Tu sais si Mathilde m’est chère”). La comparazione con quello che passa oggi lo “sgarrupato” convento wagneriano (non solo quello insediato sulla Collina), semplicemente, neppure si pone.

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