La settimana di Attila: quinta puntata

Mentre la preparazione mediatica all’Attila del 7 dicembre prosegue con le cronache pseudomondane della “primina” dedicata agli under 30, nel nostro percorso di avvicinamento alla première ambrosiana è il turno dell’edizione areniana del 1985, notevole soprattutto per lo spettacolo grandioso e magniloquente, nella sua fondamentale semplicità, di Giuliano Montaldo e, sotto il profilo vocale, per la presenza di Maria Chiara nei panni della figlia del signore di Aquileia. Il soprano di Oderzo non è il drammatico di agilità richiesto dalla parte (l’annotazione vale, del resto, per tutte le interpreti che hanno affrontato il ruolo negli ultimi trent’anni almeno) e gli acuti estremi suonano a volte poco sicuri (conseguenza, in parte, anche della sistematica frequentazione di un repertorio estremamente oneroso per una voce che aveva i suoi ruoli di riferimento nel catalogo donizettiano e in alcuni titoli fra Otto e Novecento), ma in questa prova veronese, come nel live torinese del 1983, lo slancio e la precisione nell’esecuzione della coloratura all’entrata, il fuoco esibito nella cabaletta del duetto con Foresto e nei finali d’atto, i suoni dolci e morbidi, ma in nessun caso vuoti e fiochi del “fuggente nuvolo”, dell’andante al duetto con il tenore e dell’ensemble, che prepara la fosca conclusione dell’opera, collocano Maria Chiara in una posizione ben diversa rispetto ad altre Mimì e Manon Lescaut, frettolosamente rivestite dei panni della pugnace fanciulla. L’ascolto è tanto più meritevole di attenzione e meditazione perché Maria Chiara passava, all’epoca, per una cantante magari solida ma poco fantasiosa, un po’ grezza e insomma giustamente collocata nei teatri di provincia, segnatamente in quelli della Bassa padana, solo occasionalmente ammessa alla Scala (Aida inaugurale 1985/86). Oggi il percorso è un po’ diverso, bastando e avanzando un buon successo (peraltro in un titolo assai diverso da quello verdiano) nei suddetti teatri di provincia a proiettare una giovane cantante sul massimo palcoscenico meneghino.

Giuseppe Verdi
Attila

Attila – Evgeny Nesterenko
Odabella – Maria Chiara
Ezio – Silvano Carroli
Foresto – Veriano Luchetti
Uldino – Mario Ferrara
Leone – Gianni Brunelli

Orchestra e Coro dell’Arena di Verona
Nello Santi

Verona, Arena, 1985.

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