Teodor Currentzis e Mahler

CurrentzisFinalmente Teodor Currentzis! L’immaginifico direttore greco-siberiano ha fatto tappa con la sua MusicaAeterna a Milano, per un concerto – unica data italiana – tutto dedicato a Gustav Mahler: la Quarta Sinfonia e i Lieder tratta dal Knaben Wunderhorn. Di Currentzis ho già parlato in altre occasioni e, ultimamente, mi sono ritrovato spesso a riflettere su di lui. Il giudizio è, esattamente come prima di questo ascolto, nettamente diviso in due: da una parte il personaggio discusso e discutibile (non ho cambiato opinione circa il suo lato sfacciatamente mediatico), dall’altra il musicista. E il musicista è davvero interessante. Currentzis – piaccia o meno – è un direttore con idee forti e straordinarie capacità tecniche per realizzarle, ma non è una di quelle “scimmie ammaestrate” che dirigono con perfezione robotica ad uso e consumo di dischi da classifica. Currentzis è un vero ed autentico talento musicale. Possono non convincere le sue letture – estreme certo – ma è sicuramente uno dei musicisti dell’ultima generazione che più val la pena sentire. “Vale il viaggio” si dice volgarmente. In particolare, dopo diversi ascolti discografici, trovo che Mahler sia un autore a lui congeniale come pochi altri: il gioco espressivo, la tavolozza dinamica svolta sino ai contrasti più estremi, l’ambiguità di un compositore spesso in bilico tra il sublime ed il kitsch…sono tutti elementi che escono valorizzati dalla travolgente lettura di Currentzis. E’ evidente, innanzitutto, l’estrema padronanza tecnica e la simbiosi con l’orchestra (orchestra che raggiunge livelli di virtuosismo vertiginosi) che risponde al particolarissimo gesto del direttore come una macchina perfettamente oliata: impressionano i contrasti tra pianissimi e forti…in particolare la capacità (degli archi soprattutto) di rendere impalpabile il suono senza spezzarlo, senza perdere tensione e corpo. Di Mahler restituisce soprattutto la scrittura stratificata, la commistione di eterogeneo materiale musicale, l’andamento rapsodico, la disomogeneità. E se ciò è abbastanza comune nei Knaben – ciascuno con una sua cifra ed identità chiusa in sé stessa – è di certo meno scontato nella Quarta, nonostante la struttura stessa della sinfonia suggerisca questo tipo di approccio. Un Mahler dunque spogliato di titanismo e risolto nel cesello di ogni singolo momento. Certo talvolta il rischio è quello dell’eccesso di artificiosità e di un certo manierismo espressivo, quasi lezioso nel porgere ogni dettaglio (il primo movimento ad esempio, con i suoi ritmi saltellanti). Una lettura della Quarta Sinfonia agli antipodi del sinfonismo classico, in cui il gioco ironico e decorativo prevale sulla malinconia ed il lirismo. In questo senso il Poco Adagio del III movimento, pur splendidamente diretto, suonava poco autentico e poco partecipato nonostante il virtuosismo degli archi. Una lettura comunque interessantissima di una sinfonia per certi versi inafferrabile e considerata una specie di “cenerentola” nel catalogo mahleriano. Personalmente ho sempre preferito un approccio più introverso e meditativo (come nei due ascolti proposti: Boulez e Neumann). Applausi meritatissimi per un concerto decisamente fuori dagli schemi a cui è mancata solo un po’ di anima e spontaneità, sostituite da un virtuosismo quasi sfacciato. Al termine – tra chiamate ed inchini – Currentzis ci ha regalato un bis dedicato al compositore serbo Marko Nikodijevic che con GHB/tanzaggregat che ha messo in luce le qualità strumentali di un’orchestra dalla tecnica semplicemente superlativa e la lucida follia del direttore.

Gli ascolti:

Pierre Boulez:

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Vaclav Neumann:

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23 pensieri su “Teodor Currentzis e Mahler

  1. Mahler non é per tutti perché é facile cadere con la sua musica. Currentzis é singolare ma la persona va tenuta lontano da quella che é la musica. Indubbiamente ha delle trovate geniali e un idea di suono inedita e non comune che a volte ti spiazza e ti sorprende. Purtroppo non ho assistito al concerto in questione ma comunque é un musicista che fa riflettere..

    • Aggiungo però che il mio giudizio riguarda la musica strumentale perché come prepara le voci la si che si rivolta completamente. Credo che in realtà lui ha un anima da compositore più che da interprete e sarebbe interessante sentire qualora ci siano alcuni suoi lavori. Non mi piacciono infatti le opere mozartiane.

  2. Anche a me urtano certi atteggiamenti e pose di Currentzis compresa la bislacca idea che ebbe di interpolare pesantemente la Clemenza di Tito con altre musiche mozartiane. Tuttavia sono innegabilli il talento, la sovrana padronanza tecnica, la grande e virtuosistica personalità interpretativa, il valore della sua orchestra. Ho trovato il concerto mahleriano della Scala straordinario e ha giustamente elettrizzato il pubblico , che ha partecipato con un calore e un entusiasmo inusuali. Una poderosa carica comunicativa che non è mai stata semplificazione ma scrupolosa e fenomenale cura dei particolari. Non ho capito il motivo per il quale l’orchestra abbia dovuto suonare in piedi la sinfonia ( immagino che per quelle che durano il doppio l’impegno diventerebbe gravoso ). Di sfrenato divertimento il bis: non conoscevo – come penso i più – ne’ il brano ne’ l’autore ma l’ho trovato di grande interesse è adattissimo al virtuosismi degli esecutori. Di questo Nikodijevic conoscerei volentieri altre composizioni ( merito di Currentzis averlo proposto ).

    • assolutamente infatti come ho detto lui ha un anima più da compositore che da interprete secondo me perché tende a stravolgere le cose più che a leggerle ma questo lo trovo molto stimolante ma solo quando non tocca le voci altrimenti sembra verdi in chiave sciarriniana. ripeto è un talento ma nel sinfonico.

    • Ed io con ancora più orrore la sua tragica trilogia mozartiana pubblicata dalla Sony! E il prossimo anno chissà quali musiche inserirà per massacrare Idomeneo al Festival di Salisburgo! L’orchestrina da Café Chantant di cui dispone ha suonato in piedi? Avranno mangiato qualcosa di avariato la sera prima……La colpa non é sua ma di chi lo chiama…..

      • De gustibus… Comunque quella che chiami “orchestrina da Café Chantant” suona in modo spettacolare. Poi immagino che tu non abbia sentito il concerto né tu abbia mai ascoltato interamente una sua incisione, quindi di che stiamo parlando?

        Ps: magari un po’ di calma non guasterebbe…

      • Non esageriamo il talento e le qualità tecniche di questa orchestra sono indubbie. Se ascolti pensando a quello che dici lui é chiaro che si sfalsa tutto..a me non convinceva all’inizio sono onesto e anche io ero scettico ma poi con qualche ascolto mi sono ricreduto.

        • Vero: il personaggio è quello che è, ma il talento e la bravura tecnica sono incontestabili. Poi Mozart non è il suo risultato migliore. Comunque resta uno dei pochi musicisti originali che davvero valga la pena ascoltare: può piacere o meno, ma è un musicista di prima grandezza.

          • Il fatto che abbia fatto unica tappa in Italia ci ricorda quanto contiamo oggi a livello internazionale. Come dice muti siamo il paese della storia della musica ma della musica non lo siamo più da qualche decennio. Solo l’opera manda avanti la baracca.

      • Oddio Fidelio, posso dissentire? Nelle Nozze, la sua orchestra mi sembra decisamente “di corpo” e non certo orchestrina da cafè chantant. Le altre due opere dapontiane sue mi mancano ancora. Idomeneo con musiche aggiunte? Mi sembrerebbe strano, l’Idomeneo è ben più lungo della Clemenza, non vedo dove e come potrebbe mettercele. Intendiamoci, i patchwork non mi piacciono eh!

        • Certo che puoi dissentire ci mancherebbe (tra l’altro tu mi stai simpatico). Vedrai che “l’enfant prodige” insieme all’altro “genio” della regia Peter Sellars troveranno il modo di stravolgere Idomeneo (capolavoro perfetto tra l’altro). Se questo é rispetto per la musica e per Mozart…. poi sarei io il “volgare” per le mie uscite. C’é stato un altro provocatore…Harnoncourt con ben altri risultati e che resta nella storia dell’interpretazione….dell’enfant prodige ho i miei forti dubbi. Comunque é Natale e …bisogna esser più buoni…Auguri a tutti. Fidelio

  3. Sostenere che MusicaAeterna sia “un’orchestrina da Cafe’ Chantant” è un’affernazione profondamente ingiusta nei confronti dei bravi e seri musicisti da cui è composta. È opinabile e legittimo il discorso sulle interpretazioni, molto meno lo è avanzare dubbi sulla qualità d’eccellenza di quell’orchestra, che è un dato oggettivo. Sono molto urtato dalla volgarità e stoltezza di quell’intervento.

  4. Per tornare a Mahler, compositore a mio avviso oggi decisamente incensato a sproposito, un grande direttore d’orchestra (molto apprezzato dalla firma più antipatica del CdG) una volta di disse che per dirigere Mahlet basta una brava orchestra mentre per dirigere Schubert o Mozart ci vuole ben altro…..

    • Via via Billy queste si che sono frasi insensate. Allora che facciamo tutto quello che dicono i grandi maestri allora lo prendiamo ore buono? Mahler a mio parere é stato un grande compositore ed é chiaro che le sue partiture sono più ardue da suonare ed eseguire che non quelle del periodo classico. Che Mozart abbia un estetica e una complessità tutta sua sono d’accordo ma dire che un direttore mette da parte la bacchetta con mahler mi sembra un atteggiamento da snob. Se poi i risultati sono le sinfonie di mozart dirette da bohm allora mi tengo stretto mahler. Bohm ad esempio é uno dei miei direttori preferiti ma Mozart non lo ha mai compreso a mio avviso.

  5. Buon dicembre a tutti!
    Currentzis, devo dire, mi ha molto convinto con le sue Nozze di Figaro, che temevo intrise fino alle midolla di manierismo parabarocco, mentre invece ho dovuto ricredermi: elettriche, irresistibili malgrado qualche intemperanza in certi “famolo strano” dell’accompagnamento dei recitativi. E mi è piaciuto anche il cast, con l’eccezione di un’insipida e arcaica Damrau.
    In Mahler non l’ho mai ascoltato. C’è da dire che ultimamente mi sono molto dedicato ad ascolti di questo sommo autore, mio amore non tanto segreto da almeno 25 anni. Nella Quarta mi è sempre piaciuto Maazel, sia nella criticatissima edizione CBS di Vienna, sia nella più recente versione dal vivo con la Philharmonia, pochi anni prima di morire (disco Signum). Altre belle quarte? Reiner (con la Della Casa!), Abbado (quella con la Von Stade), Bernstein.
    Ma io sono più un tipo da Terza (Gielen, Horenstein, ancora Maazel Philharmonia) e da Settima (Sinopoli, Abbado Chicago, Solti).
    Boulez in Mahler è molto stimato, ma molto spesso anche, a parer mio, cervellotico.

  6. Senza voler scendere nel merito dell’esecuzione milanese (di cui nulla posso dire) o di altre (ho solo il ricordo dell’ascolto radiofonico o su youtube di alcuni brani mozartiani presi a velocità da GP di Monza con voci alquanto discutibili), non posso che confessare di essere rimasto allibito quando ho letto del trattamento che il M° Currentzis sotto l’egida dell’ineffabile Peter Sellars (ah quanto meglio era Peter Sellers, molto più diventente e molto meno buffonesco!) si propone di infliggere al povero, innocente, “Idomeneo” mozartiano in quel di Salisburgo. Con lo stesso pessimo tenore del Tito già riscritto, “migliorato”, “rimpolpato” e massacrato 2 anni fa, sempre con Sellars, i due compari si propongono di (nuovamente) tagliare e ricucire la grande opera seria in un modo che non mi pare si possa ritenere filologicamente corretto e che, anzi, rende filologicamente corrette certe esecuzioni di opere serie degli anni ’50, tipo il “Giulio Cesare” diretto da Gavazzeni, con tanti, tanti, tanti tagli e con il coro che cantava “lascia ch’io pianga”, per non parlare del tagliato “Idomeneo” diretto da Pritchard con un tenore insufficiente nel ruolo eponimo.
    Sans présumer de l’identité visuelle du spectacle à venir, où il sera question de migrants et de réchauffement climatique, une interview récemment publiée laisse craindre le pire pour la partition, qui est pourtant l’un des premiers chefs-d’oeuvre incontestables de Mozart : il y aura des ajouts, pratique à laquelle le chef grec nous a habitués (« Un petit morceau écrit par Mozart six mois auparavant sera ajouté, un chœur tiré de Thamos, roi d’Egypte, qui permettra d’enchaîner directement après la cérémonie qui termine l’acte un »), mais il y aura aussi des coupures. « Nous allons supprimer le maximum de récitatifs, afin que la musique soit orchestrale du début à la fin. Cela fait disparaître la caractéristique habituelle de ces opéras des Lumières, le fait que tout le monde explique ce qu’il va faire avant de le faire. Le public ne saura pas du tout pourquoi les personnages agissent. Ça devient beaucoup plus comme un film : vous êtes plongé dans la situation. Ça crée du suspense ».
    Libera nos, Domine!
    cfr.
    https://www.forumopera.com/breve/avis-de-tempete-sur-salzbourg-sellars-et-currentzis-sattaquent-a-idomeneo
    e
    https://marijanzlobec.wordpress.com/2019/01/06/peter-sellars-talks-about-his-new-staging-of-mozarts-idomeneo/

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