En attendant l’Africaine IV. Heinrich Schlusnus

Heinrich+Schlusnus

 

Fille des rois – Heinrich Schlusnus (1921)

Ecco l’ipostasi del cantante da grand-opéra: voce ampia, ricca di armonici e omogenea in tutta la gamma, frutto tanto di una prodiga natura quanto di un’emissione di scuola, come dimostra la sicurezza disarmante con cui vengono risolti i fa, fa diesis e sol acuti (alcuni dei quali in “oppure”) di cui è disseminato l’arioso che l’incarcerato Nelusko rivolge alla sua regina. Spartito alla mano non c’è indicazione di legato o richiesta di smorzatura che non venga onorata, senza che l’esattezza dell’esecuzione evochi mai un’impressione di meccanicità. Anzi è proprio per la varietà dell’accento, per il sapiente alternarsi di inflessioni marziali, patetiche e di religiosa solennità, che questa esecuzione costituisce un riferimento assoluto nella discografia del titolo.

2 pensieri su “En attendant l’Africaine IV. Heinrich Schlusnus

  1. Qui, Schlusnus, non emette il Sol acuto facoltativo al termine dell’aria, ma rimane nel Fa, per altro un pò forzato. Lo Schlusnus del periodo acustico non è proprio esaltante dal punto di vista del timbro ,per altro mai stato eccezionale e, sotto qualche aspetto, anche per la resa vocale. Sono più attendibili le incisioni elettriche, che riproducono maggiore ampiezza di voce e un interprete più ispirato. Ma c’è, sempre della stessa aria, un disco di Joseph Schwarz inciso nel ’16 (questo di Schlusnus è del ’21) più interessante per l’interpretazione. Anche Schwarz omette il Sol acuto. Schlusnus e Schwarz sono senz’altro grandi baritoni, grandi civiltà vocali, il primo soprattutto è stato il vessillifero, insieme a Helge Rosvaenge, della Verdi renaissance in Germania negli anni 20 e 30, non erano però né Stracciari, né Amato, né De Luca, né Galeffi, né Titta Ruffo. C’è un famoso Fonotipia del 1914 di Stracciari, sempre della stessa aria ma cantata in italiano, che in termini di puro suono, facilità nell’acuto, ricchezza di cavata e ampiezza di voce, si mangia in un solo boccone i due colleghi tedeschi.

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