Un direttore al giorno… / 24. “La Cenerentola”, Tullio Serafin.

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E dopo le mirabilia udite in Pesaro da parte delle bacchette ivi convocate, verosimilmente allo scopo di rafforzare nelle loro convinzioni gli ascoltatori che giudicano quello rossiniano un repertorio poco più che dozzinale o comunque ben inferiore a tanti altri, ascoltiamo, o per meglio dire riascoltiamo il “battisolfa” per eccellenza, Tullio Serafin, nella sinfonia di Cenerentola. Notare come il maestro di Cavarzere non esegua due battute senza introdurre almeno una variazione dinamica od agogica, tale da sottolineare e mettere in valore il testo musicale. E’ qualcosa che da parte degli esecutori di oggi, siano o no versati in materia di filologia, ben raramente si sente.

7 pensieri su “Un direttore al giorno… / 24. “La Cenerentola”, Tullio Serafin.

  1. Altro che battisolfa! Serafin era un grandissimo direttore. Non per niente Karajan ne aveva la massima stima (cfr. Osborne, “Conversazioni con Herberth von Karajan”, Parma, 1990, p. 98).
    Per non parlare di tutti gli altri compositari che la pensavano allo stesso e che gli affidavano le proprio opere, spesso in prima assoluta od in prima italiana, Strauss, Mascagni, Alfano, Britten, Lualdi, Malipiero, Gruenberg, Hanson, Casella, Montemezzi, etc.
    A mio modesto parere la sua interpretazione di Norma è a tutt’oggi insuperata (a prescindere dal fatto che era stato lui ad insegnare Norma a Ponselle e Callas).
    Non dimentichiamo che dobbiamo a Serafin le riesumazioni di Semiramide, Tancredi, Armida, Donna del lago (anche se l’ascolto della revisione utilizzata, con un finale malamente raffazzonato dal revisore e privato di “Tanti affetti” è a dir poco discutibile) ed Otello (ritirato fuori con grande successo dall’Opera di Roma su suo consiglio e che avrebbe voluto dirigere lui), oltre a tante esecuzioni di Barbiere, Cenerentola, Gugliemo Tell e Mosé.
    Quando Serafin eseguiva Rossini a Firenze nel 1940 ed al Maggio del 1952, e vi toglieva la polvere da Semiramide, Armida e Tancredi, dimostrando che erano ancora in grado di reggere la scena in modo eccellente, aveva a disposizione cantanti chiamati Stignani, Pasero, Callas, Filippeschi, Simionato, Tebaldi, Rossi Lemani, Albanese, e Raimondi (fra gli altri) e come scenografi Savinio e Cagli. Cosa ci si ammannisce a Pesaro (e non solo) oggidì come voci e messe in scena per Rossini? E che bacchette?

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