Un direttore al giorno… /3. “La gazza ladra”, Wilhelm Furtwängler.

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Per trasformare l’ouverture di un’opera semiseria in un grande poema sinfonico, ci vuole un grandissimo interprete: nelle mani di Furtwangler il ritmo danzante degli archi – che si rincorrono con estrema mobilità e naturalezza – la morbidezza delle linee melodica, la libertà agogica, tolgono al brano quella “scansione militare” in cui indulgono troppo spesso molti direttori blasonati. E non è lontana l’atmosfera di gioiosità borghese del preludio dei Meistersinger.

15 pensieri su “Un direttore al giorno… /3. “La gazza ladra”, Wilhelm Furtwängler.

  1. Il Rossini di Abbado, si sa, è fantastico per tocco e per stile, poi con quei Wiener, mamma mia, che meraviglia! Tuttavia questo Rossini di Furtwängler è una scoperta, davvero spettacolare perché metamorfizza creativamente il testo senza mai mancare di rispetto. Forse l’unica cosa che manca, invero fondamentale, è quel tocco di “presa per i fondelli universale” che in questa ouverture Rossini distribuisce con estrema generosità e che in Furtwängler diventa un generico senso ludico. A parte questo una rivelazione.

  2. Bellissima questa versione che non conoscevo! Forse è vero che è un poco troppo seria, ma è priva dell’odioso ritmo di marcia che si sente spesso (tipo Gelmetti) e che rovina la sinfonia.

    A proposito di Gazza Ladra: proprio ieri sentivo la cavatina di Ninetta cantata da Mady Mesple e, seppur non fosse il tipo di voce pensato da Rossini, è deliziosa e offre la lettura più entusiasmante di quel brano a mio avviso delizioso. Qualcuno potrebbe consigliarmi qualche buona versione che non siano Ricciarelli, Gasdia, Aliberti, Cotrubas e pure la Serra (che non fanno benissimo e alle quali preferisco la Mesple) ? Grazie :)

    • Hai ragione: il ritmo scandito della marcia – che molti direttori anche famosi esasperano sino al parossismo – è davvero odioso e fastidioso. Furtwangler elimina ogni meccanicità, grazie alla consueta libertà agogica e alla ricchezza del fraseggio, così che nessuna misura è uguale all’altra. Insomma l’estremo opposto di quel che riesce a combinare Toscanini che la trasforma nella banda di Rocca Cannuccia, con clangori e ritmo scandito manco fosse una parata dei bersaglieri… Ma anche il secondo tema è emblematico: si ascolti l’accompagnamento di violoncelli e bassi con Furtwangler (leggero, elegante, morbidissimo…) e lo stesso con Toscanini, più somigliante ad una corta di bucato tesa e sfregata da suonatori ambulanti.

      • Sai che non conosco la Ciofi nella Gazza?! Proverò a cercare sul tubo se c’è:) siamo in due apprezzare la Mesple :) un usignolo elegante e francesissimo (si capisce che lo è immediatamente) :) si è completamente fuori stile ma rosolve con languore e brio il pezzo.

        • Non l’ho sentita dal vivo, ho solo la registrazione…la Cantarero vista invece a Pesaro non mi dice granchè.
          Trovo fantastica la Mesplé in Offenbach, tipo “Je suis veuve d’un colonel”, “On va courir, on va sortir”, ecc.!

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