Grandi concerti di canto: Martine Dupuy, Roma 1983

Il concerto del teatro dei Satiri del novembre 1983, quando – se la memoria non difetta- la giovane Martine Dupuy stava provando Arsace nella produzione di Semiramide, che vide il debutto nel ruolo di una sfavillante Anderson, propone differenti spunti di riflessione. Perché il grande cantante, l’artista autentico non solo appaga i vari motivi, che inducono all’ascolto, ma sollecita la riflessione da parte dell’ascoltatore.

Prima riflessione sulla scelta del programma. Questo è uno dei pochi concerti di canto, tenuti da Martine Dupuy nella propria carriera. Eppure questo più di tutti, ma anche gli altri programmi da concerto della cantante francese rappresentano  quanto di più ricercato potesse proporre un cantante di gusto e scuola italiana. E costituiscono per chi oggi canti, e pratichi questo repertorio non solo come cantante, ma anche come accompagnatore (qui abbiamo un Bob Kettelson al meglio) uno spunto di riflessione, ovvero che il programma da concerto deve esulare da ovvietà e banalità, tralasciare quello che tutti propongono e che tutti cantano.

In difetto si “timbra il cartellino”. Non si è un artista. Almeno potenzialmente.

Poi, e siamo ad una ulteriore riflessione, molto scontata trattandosi di una cantante, che  -viene rimarcato- anche troppo gode i favori del Corriere, per gestire un programma di questa paccottaglia (polpettoni mignon si potrebbe dire)  irto di difficoltà vocali ed interpretative si deve disporre dei ferri del mestiere. Non solo vorrei  porre l’accento sulla estensione quasi sopranile della voce, esaltata da due pagine (le variazioni di Barbara Marchisio del tema della Molinara e le variazioni di Adelaide Borghi-Mamo, utilizzate per l’aria della lezione del Barbiere dal tema di Santa Lucia) o sulla fluidità dell’ornamentazione vuoi di grazia come nelle ariette di Velluti, vuoi di forza sempre nelle arie della Marchisio e della Borghi-Mamo, ma sulla morbidezza del suono e sull’accento.

Non c’è brano dove non si possa applicare a questa giovanissima Dupuy la frase di cui destinataria la Alboni, ossia che non emettesse mai suoni che rendevano l’idea di forzatura, di angolosità e di durezza e poi la capacità di differenziare l’accento perchè la “Separazione” di Rossini è un trattato in miniatura della poetica dell’esule e del rimpianto della patria (il testo è di Carlo Pepoli, di professione esule, si potrebbe dire), “So” di Tirindelli uno dei tanti drammoni d’amore formato salotto che costellano la letteratura musicale italiana. Nell’esecuzione della Dupuy appaiono subito le differenze fra il salotto Parigi 1830 e quello Milano o Venezia 1860. Come pure è evidente dall’esecuzione che i brani di Arditi unico e solo scopo abbiamo di celebrare la primadonna.

Ultima riflessione. Ed è per il pubblico e più che una riflessione è un invito, ossia un invito a prendere i brani scelti e proposti come un meraviglioso viaggio nell’universo della primadonna, viaggio che non è inutile virtuosismo, come quello che  superficialmente  si afferma connoti questi brani, ma archeologia, anzi viaggio con la macchina del tempo, perchè il melomane grazie alla mediazione dell’artista sente e coglie quanto sentivano e coglievano i privilegiati dei salotti dove si esibiva la poco avvenente (racchia??)  Barbara Marchisio,  la sovrappeso Marietta Alboni, la sensuale Maria Malibran, la gelida Adelina Patti, la fulgida Giulia Grisi.

 

Martine Dupuy, mezzosoprano
Bob Kettelson, pianoforte

Roma, Teatro dei Satiri
21 novembre 1983

 

Giambattista Velluti – Vien di quest’elce all’ombra
Giambattista Velluti – Negre funeste immagini
Giambattista Velluti – Quel tuo girar del ciglio
Pier Adolfo Tirindelli – So
Maria Malibran – Dernier pensé
Luigi Arditi – L’estasi
Maria Malibran – Le menestrel
Luigi Arditi – Bolero
Giovanni Paisiello – La molinara (Nel cor più non mi sento)
Gioachino Rossini – La separazione
Michele Costa – A cheval
Adelina Patti – On parting
Luigi Arditi – Il gitano
Teodoro Cottrau – Santa Lucia

7 pensieri su “Grandi concerti di canto: Martine Dupuy, Roma 1983

  1. Scusatemi, ma non riesco a capire.
    Questo articolo e’ stato pubblicato da Donzelli?
    Se si, perche’ Domenico domanda di pubblicare la registrazione? E, quali sarebbero i link da cliccare in fondo all’articolo?
    E, qualcuno di voi due ha visto o sentito la Anderson a Roma in Semiramide? (Io si)
    Grazie.

  2. Pazientissimo ed affaticato Tamburini,
    Sino allo scorso anno, quando qlc. del Corriere postava un brano, bastava cliccarlo per veder apparire sullo schermo un rettangolo, all’interno di esso vi erano altri tre piccoli rettangoli, il secondo dei quali conteneva la parolina “salva”…una volta cliccato questo, automaticamente si scaricava il lik cliccato, e sulllo schermo appariva l’icona dell’avvenuto lavoro. E’ cosi’ che ho scaricato un bellissimo concerto di Birgit Nilsson da New York. Poi la modalita’ e’ cambiata, mi sono rivolto allora alla Grisi, la quale mi ha detto che per scaricare eventuali nuovi link bastava fare come prima. Ma non mi sembra. Ho cliccato il titolo dei link che fanno parte di questo bellissimo concerto di Martine Dupuy, e mi appare una strisciolina grigetta e nel frattempo inizia l’audio del brano selezionato. Questa stisciolina, se cliccata con il tasto sx interrompe l’audio, se cliccata con il tasto dx visualizza un ulteriore rettangolo con all’interno le scritte 1. PRO registra come sorgente, 2. PRO registra come formato Quick time. Cosa devo cliccare per scaricare questo benedetto link? E, e’ necessario acquistare QuickTime 7 PRO for Windows? Pazientissimo Tamburini, la Martine da qui’ non scappa, prenditi tutto il tempo per rispondermi se vuoi e se puoi, e oltre a Miguel ti saranno grati eternamente anche tutti fli Elfi e le Ondine. Un abbraccio.

Lascia un commento