Aida alla Scala. He he he he…

Dopo le terribili prove udite in questa sfortunata stagione fin troppo verdiana e la sfilata di maldestre interpreti cui abbiamo assistito nelle Aide degli ultimi anni, le nostre speranze risiedevano tutte in Hui He e Gianandrea. Noseda, speranze ultime ed estreme, come quelle dei naufraghi attaccati alla zattera di Medusa. Ieri sera non siamo stati delusi nelle nostre parziali aspettative, complice il titolo che da solo regge meglio l’urto di cantanti inadeguati rispetto, ad esempio, al Don Carlo. Tutto si è concluso con un successo caloroso, in un teatro niente affatto esaurito, loggione incluso, e molti abbiano disertato la prima dopo la prova generale aperta. Prova generale che deve aver suggerito il cambio di Amneris, promuovendo in primo cast Ekaterina Semenciuk, immagino con un certo beneficio rispetto alla scelta originaria. Ciò premesso, una serata incardinata sulla prova del soprano cinese, con un Ambrogio Maestri Amonasro capace di limitare i difetti e di convincere il pubblico, una direzione di Gianandrea Noseda che ha fatto leva sul suo pragmatismo per tenere insieme buca e palcoscenico, arginare le mende vocali ( tante !)  del cast proposto dal massimo teatro italiano e portando a casa la serata senza tanti voli o velleità.

Nel dettaglio. Non posso dire che quanto ho sentito dal direttore corrisponda alla mia Aida ideale, perché la sua direzione ha privilegiato le variazioni dinamiche a scapito della ricerca delle tinte, dei colori verdiani che connotano certe scene, come il grande cantabile di Amonasro o la scena del Giudizio. D’altro canto Noseda si è esibito in una continua opera di accelerazioni opportune a soccorso delle difficoltà dei cantanti, nella fattispecie tenore e mezzosoprano, come abbiamo sentito al “Sovra una terra estranea” di Radames ( mirabile l’accomodo in chiusa d’atto “Sacerdoooote i/reeeeesto a tee” ), o alla scena di Amneris coi sacerdoti, staccata ad un tempo eccezionalmente veloce. Solo il terzetto iniziale (Amneris, Aida Radames) è parso ancora un po’ lento per i cantanti, ma è indubbio che Noseda abbia preferito sacrificare qualcosa della sua orchestra per favorire i cantanti in difficoltà per i soliti ben noti motivi. Ha accompagnato molto bene alcune parti, come il finale della tomba o il duetto tra le due donne al secondo atto, o trovando belle suggestioni alla scena del Tempio, mentre mi ha convinto poco nel trionfo, non abbastanza epico, e dove l’affiatamento col coro non è parso perfetto. La sua orchestra non ha suonato male, ma è parsa troppo secca, talora i fiati troppo alti sugli archi, poco pieni e, più in generale, una generica mancanza di colore e respiro verdiani.

Hui He ha dimostrato prima di tutto di avere il carattere della vera professionista, scrollandosi di dosso l’affaticamento di certe ultime prove e centrando tutti gli obbiettivi della serata, il canto, il fraseggio, il suond, ritrovando persino il suo do in piano dei “Cieli azzurri”. Il pubblico l’ha premiata giustamente sia a scena aperta che alla singola. Fa piacere che abbia onorato la Scala esibendo un fraseggio molto curato nelle due arie ( la prima in particolare non mi era mai parsa così varia in altre occasioni), cercando sempre le vie giuste per il suo “dire”, quelle dell’espressione cantata, mai vociferata, mai gridata o marziale. Ieri sera mi è parsa un vero balsamo di suono e gusto: con una natura vocale tipicamente lirica ( il suo porgere è sempre dolce, composto e aggraziato, come i suoi modi scenici) gestisce il ruolo di Aida con le armi di chi sa di cantare un ruolo più grande di sé per caratura drammatica, come si è potuto verificare in certe frasi del duetto con Amneris o a quello con Amonasro. Messe di voce, filature, primi acuti a voce piena costituiscono le armi vincenti del soprano cinese e ieri sono risultate tutte efficaci. Aida è però anche altro e la tradizione esecutiva del ruolo lo documenta: richiederebbe soprani molto più importanti  per ampiezza e sonorità ma anche un registro medio grave solido e sonoro, come ci ha dimostrato per vent’anni la stupenda e liricissima Maria Chiara e, all’opposto, la diffidente e saggia Mirella Freni, che in Aida fece solo un paio di “toccate e fuga”. La prova di ieri sera è stata il massimo che questo genere di soprano possa fornire e fornita, aggiungo, in virtù del fatto che la signora He sa manovrare con sicurezza la voce al centro e in acuto, vera rarità al giorno d’oggi. Mi piacerebbe che le fosse dato modo di esibirsi ogni tanto anche sui suoi terreni vocali di elezione quali Manon  e Thais, Iris, Suzel, Mimi, Alice, Desdemona, Maria Boccanegra, Contessa, Donna Elvira e non fosse sempre alle prese con parti pesantissime. Detto ciò, nella prova di Hui He risiede il solo senso di questa ripresa di Aida, ove ha dominato su tutti, lieto evento celebrativo di una stagione avara di buon canto. Brava!

Troppo limitata la voce della signora Semenciuk, che ha sofferto sia nel duetto con Aida che in quello con Radames sul piano del confronto vocale, per non parlare della tremenda scena del giudizio, dove è stata soccombente in ogni aspetto. Canta con voce molto tubata, poco sonora in zona centro grave, dove compaiono suoni gusto Obratzvova senza il relativo strumento un po’ più sfogata in acuto, comunque mai a fuoco. Il pubblico l’ha accolta generosamente ma la sua prova è stata largamente deficitaria, di quelle che avrebbero meritato sonora e pronta riprovazione. Ed Aida senza Amneris risulta opera monca. Radames era Marco Berti, alle prese con problemi evidenti ora di intonazione, ora di canto legato al centro, ora sul passaggio. La sua voce è sonora, ma poiché tecnicamente latitante ha cantato in modo ondivago, i suoni mai omogenei l’uno con l’altro, sbalzi di volume e di rotondità come di intonazione, molti fiati corti. Ha cantato l’aria meglio delle ultime prove rimbalzate dalla tv, ma in altri momenti è stato in evidente difficoltà. Alla scena finale del quarto atto è giunto molto affaticato, tanto da ricorrere apertamente al falsetto in ”O terra addio” dopo avere stonato le battute del recitativo; più tonica la scena precedente con Amneris dove gli è stato possibile salvarsi grazie al canto stentoreo, peraltro privo del minimo legato. Insomma, ha lottato con i problemi che gli derivano dal voler cantare parti pensanti eccedendo la propria natura a scapito del controllo.

Ambrogio Maestri rispetto ai suoi ultimi Amonasro ha gestito bene il “Pensa che un popolo che muor” al duetto con Aida, riuscendo a mantenere un certo legato con una voce grande, sempre sonora ma povera di armonici ed anche qualche fissità. Ciò è bastato a mettere in secondo piano gli acuti grandi ma brutti dell’entrata come del 3 atto. E’ andato oltre le aspettative e le sue attuali possibilità. Dei due bassi il più sonoro è stato il Re di Tsimbaliuk, con un’emissione tipicamente tubata come si insegna oggi, ma comunque passabile, mentre troppo poco sonoro mi è parso il Ramfis di Marco Spotti.

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35 pensieri su “Aida alla Scala. He he he he…

  1. Stasera alle 18 mi sono recato davanti alla scala ed ho scoperto che la recita era il don carlo, con uno striscione color blu che indicava che la solita indisposizione del mezzosoprano era sostituita da….(chi riesce la leggere su uno striscione di carta blu?) allora mi sono avvicinato allo sportello degli ingressi di stasera… cerano almeno un centinaio di persone in coda, li ho guardati tutti ma le uniche tre persone che ho riconosciuto sono tre bagarini….E’ vero che sono otto anni che non frequento più la scala per la qualità degli spettacoli che non reputo neppure all’altezza dei 13 euro di un ingresso, però mi aspettavo che un sabato sera un po’ di vecchi loggionisti li avrei riconosciuti. Nulla! solo turisti del nord europa od oriente. Prosit.

  2. Mi trovo d’accordo con l’articolo, in linea di massima. Ho trovato davvero inascoltabile il tenore, ai limiti del sopportabile, e il mezzosoprano inadeguato sotto ogni aspetto, abilità recitative comprese: sembrava una parodia di Amneris ad un certo punto. Trovo però che il loggione sia stato fin troppo buono in quella recita con tenore e mezzosoprano, anche se qualche contestazione c’è stata.

  3. Ero alla generale. Amneris pessima, in continua difficoltà nel zona del passaggio, ha dispensato orribili suoni di petto e sempre più indietro man mano che saliva. Forse è tutto sommato un bene che sia stata sostituita. Anche Berti non mi è piaciuto: ha stonato per bene buona parte del terzo atto e al finale. Felicissimo di aver sentito per la prima volta Hui He: voce bella e sonora (va beh ero anche in prima fila…), forse un po’ meno nelle prime note della prima ottava, dove mi sembra ricorra pochissimo a suoni “di petto” ma con una emissione sempre controllata e pulita. E finalmente un direttore che riesce a tenere insieme orchestra e coro servendo i cantanti e mettendoli (per quanto possibile) a proprio agio!

    • con la massina stima possibile per la signora He, io la vedrei meglio in altro che meno la impegni nel registro grave e in certi aspetti del personaggio. Ti direi di comprarla, e di farci sapere !!! Heheh

      • comprata GIOCONDA. La Hui passa assai bene la prova, tenendo conto che comunque è una ripresa dal vivo e quindi senza artifizii di sorta.
        Il tenore è quasi inascoltabile, però.
        Un acquisto che si può fare, anche per il prezzo irrisorio: meno di dodici eurazzi per tre CD.

      • mah, non l’ho sentita in Aida ma ho sentito Hui He in Messa di Requiem in Arena, pur essendo una serata al limite dell’ascoltabile (gran vento) posso confermare che la signora He ha superato la prova areniana bene ma anche che vocalmente era al limite delle proprie possibilità; non mi sembra proprio voce da Gioconda o similia, anche se vedo da suo sito web che in repertorio ha già Tosca, Odabella, Amelia….

  4. Brava Hui He, ricordo un Aida al Maggio se non sbaglio, ma non vorrei sbagliare. Rimasi stupito e mi capita raramente.
    Mi piacerebbe sentirla in Mimi’, trovo che la sua voce sia molto piu’ adatta a Mimi’ e non ad Aida, ma ricordo di essere uscito dal teatro contento, e di quesi tempi e’ una rarita’ , l’ultima volta che sono tornato a casa , non dico felice, ma almeno non scoraggiato, credo sia stato quando ho sentito Pratt in Lucia.

  5. Sono molto contento per la Hui He, soprano che seguo da tempo con interesse e che ha saputo maturare, affinarsi e ora coglie i risultati che si merita. Una professionista seria e preparata: oggi come oggi una rarità.

    • si una cantante che ha saputo progredire o non regredire consumando le sue risorse. Ho dimenticato nell’elenco dei ruoli in cui ls vedrei la Elsa di Lohengrin. Speriamo che i suoi agenti capiscano presto di dover dare alla sua voce la doverosa alternanza di ruoli più lirici, perchè lo oscillazioni dell’ultimo anno parlano chiaro. Nemmeno le corazzate di un tempo si sono permesse tali ritmi di lavoro sempre con pesi massimi. Quanto a noi, poter ascoltare ruoli lirici gestiti da voci piene e non da mezze calzette svociate ci farebbe un gran piacere….sarebbe un ritorno all’opera lirica.

  6. oh ma mi ignorate di brutto??? Ieri c’era qualche grisino no? L’ho visto 😉 come mai resta muto? Per caso la nostra eroina era meno in forma che alla prima? Mica avrò ragione io quando sostengo che le recite della valente cinese si sa come iniziano ma non si sa mai come vanno a finire?

          • Rectius… quando si incontra una buona cantante per te sembra quasi che non lo debba essere per la forza delle cose. Preferivi balene e affini? :)

          • ciao Henry non ho disprezzato la He ho solo detto che alla mia recita ha calato due note. Aggiungo che a voler fare il Mancini ci sono altre sillabe squittite e un impersonalita’ d fondo che non ha fatto presa sul pubblico come m sarei immaginato se lo stato d grazia descritto da G G relativo alla prima recita fosse risultato confermato. Cmq ho ancora il tuo indirizzo mail e t faro’ avere in settimana qualcosa

          • dopo la messe di cavolate con cui hai allagato il mio sito, posso pensare persino che tu abbia sentito Giannina Arangi Lombardi rediviva senza accorgertene! ….. ma siccome non c’ero, mi astengo, anche se un presente più fidedegno di te mi assicurato che ha cantato bene…..mi astengo per forza di cose, mi compiaccio delle tue recentemente conquistate capacità uditive!

          • Grazie Alberto 😉

            La He non è perfetta al millimetro, questo è vero, ma nel complesso è una professionista che sa che cosa significhi cantare a differenza della stragrande maggioranza delle sue colleghe.
            Piuttosto concordo con Giulia quando avverte che la He si stia inoltrando in un repertorio un po’ troppo pesante per la sua vocalità!
            Per il resto, Dio la conservi! 😀

    • un tempo di pubblicità molto genuina, ruspante e casalinga un notissimo ottico milanese così si propagandava “na podi pu de vedech no per pourta i ougiai del viganò”. L’adagio vale anche per te, caro albertoemme.

    • si si sei libero….anche di dire coglionate, quelle con cui regolarmente infarcisci qlnque commento, adeguato o meno. Il punto non è che il soprano cali ( è un anno che cala e qui lo abbiamo scritto anche se ti ricordi) ma il tuo continuo ammorbare i commenti con idiozie e spropositi e allusioni ed ironie fuori luogo. Mi piace? canta bene si o no ? Ìl tuo intento in ciò che dici non è rilevare un fatto, non avendo rilevato molto altro della serata del resto, ma il fatto che mi piaccia. Per te ho scritto cose false ? Caro albertoemme , con i suoi bei limiti la ritengo una cantante vera e moooolto più onesta di certi pompati di oggi, incluso quello che citi che passa per molto più di ciò che è..discorso che nei suoi principi ti è incomprensibile. Il ti piace mi piace è solo un giochino fesso, come quello che fai quando dici che ci hai visto e non è vero. Saluto

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