Ascolti comparati: ANITA CERQUETTI ed ELEANOR STEBER “Ernani, Ernani involami”

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L’ascolto comparato di oggi deve essere verdiano  e deve onorare il maestro, dimostrando, nel contempo, che voci diverse per colore, smalto, naturale tonnellaggio possano con  identica pertinenza e risultato artistico encomiabile rivestire i panni della pugnace  dama aragonese. Caso vuole, poi, che a guidare ed esaltare il canto di Anita Cerquetti vi sia Dimitri Mitropoulos, che con la Steber ebbe lunga e proficua collaborazione. Di quelle che costituiscono l’esempio della collaborazione direttore – cantante.

Per  altro Mitropoulos e la Cerquetti in questa unica loro collaborazione, credo, danno luogo ad un’esecuzione mirabile perché il maestro amplifica i segni di espressione previsti dall’autore e consente  che l’amore e il canto  appassionato e tenero nel contempo della protagonista si esprima grazie al flettersi costante e continuo della voce qualitativamente superiore (unica) del soprano umbro.

Se il metodo di canto di Anita Cerquetti era di scuola, quello della Steber di quelli, che fanno epoca ed assurgono ad un esempio per chi accosti l’arte del canto. Aggiungiamo che in natura la Cerquetti aveva ben maggiore disposizione a cantare con morbidezza e rotondità nella zona medio grave della gamma, zona che nella Steber (soprano lirico leggero agli inizi della carriera) suona talvolta un poco vuota ed opaca, anche se sostenuta a regola d’arte. La conferma viene subito dal recitativo  con la discesa nel ai mi gravi di “e Silva non ritorna”, piuttosto che ai si e do gravi “ognor mi insegue”  e poi nel cantabile alle frasi “abborrito amplesso” e “d’amor concesso”. Sempre nel recitativo alla conclusione sono esaltanti in entrambe le esecuzioni le frasi  “col favellar” e quanto segue dove entrambe danno il proprio meglio e dove l’abbondante ricorso a piani, pianissimi e rallentamenti (più marcati nella Steber) non intacca il legato (entrambe al “mi configge in core”) , perché c’è sempre il sostegno del fiato e conseguente la proiezione del suono. Entrambe articolano alla perfezione e dalla sua Anita Cerquetti ha, come detto  altre volte, la dizione dell’attrice di prosa.

Nel cantabile la Cerquetti voce sontuosa stacca un tempo un poco più lento e l’interprete esalta la situazione emotiva della memoria dell’amore, complici i continui rallentando ed accelerando di cui Mitropoulos è prodigo con un momento di perfezione espressiva al “sottovoce” di “ti seguirà”. La Steber esalta con un tempo più incalzante (adatto a chi non vanti le arcate di fiato ed il timbro del soprano italiano) quella del momento drammatico del rischio di un imposto matrimonio e il desiderio di fuggirlo, ma i ripiegamenti di “saran quegli antri a me” sono ancor più evidenti nella Steber, che esegue la cadenza con maggior slancio (ed un do facilissimo) della Cerquetti e che accentua molto più gli staccati di “amor concesso” all’aria e di “possa mutar” alla cabaletta. Oltretutto la Steber trilla con facilità  (vedi cabaletta e trillo di tradizione inserito alla ripresa interna dell’andante su il secondo “un Eden”), gli acuti sono più penetranti, mentre talvolta i sol acuti della Cerquetti suonano un poco fissi o meglio ancora meno rotondi  e sontuosi rispetto al resto della voce, che talvolta sembra espandersi ed avvolgere l’ascoltatore anche a distanza di tempo in questo canto d’amore, rimpianto e nostalgia congiunte. Per completezza entrambe sono precise nell’esecuzione della coloratura, anche questo giova per dire ed esprimere esaltazione d’amore, nostalgia e rimpianto. Poi posso correre fiumi di inchiostro per stabilire chi sia e chi no la voce verdiana. Ma che importa sentiamo canto ed espressione, tecnica ed anima.

2 pensieri su “Ascolti comparati: ANITA CERQUETTI ed ELEANOR STEBER “Ernani, Ernani involami”

  1. Quest’aria è cantata magnificamente da entrambe, ed è la dimostrazione che ad oggi manca oltre alle voci verdiane anche delle direzioni orchestrali adeguate, infatti si può disquisire all’infinito sulla velocità tenuta dall’una o l’altra soprano, mentre non si può che apprezzare che un direttore tenga tempi adeguati alla qualità delle voci. Non sono d’accordo sulla non capacità della Cerquetti sia di vocalizzare, che ti esprimere tempi serrati, basterebbe sentire la sua aria di Rezia. (comunque è giusto definirlo addio BEL PASSATO)

  2. Grande sensibilità…, piano, pianissimo, rinforzando, smorzando, trilli, aperture, fiato e scuola !
    Splendide tutte e due.
    Davanti a tanta qualità, le differenze diventano secondarie.
    Poi, per me, vecchio – ma non troppo – amante della “voce” e di Verdi, Anita Cerquetti, con poche altre, alloggia nell’ Olimpo.
    Ma se la Signora Stuber cantasse oggi in qualche teatro, farei le notti in bianco, come a i bei tempi, per andarla a sentire.
    Grazie

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